Ilaria Paci viene alla luce in un soleggiato giorno di luglio
del 1981, nel medesimo anno in Italia scoppia lo scandalo P2 e
viene approvata la legge sull'aborto (cosa su cui probabilmente
l'arrivo di Ilaria su questo mondo ha influito non poco. Non a
caso i giornali titoleranno quel giorno "La tragedia era
evitabile").
La piccola Ilaria viene su abbastanza bene: mangia, parla (sin
troppo) e si rivela ben presto molto ma molto dispettosa, sia
con i genitori sia con la sorellina più piccola, al punto
che verrà presto confinata nella casa di campagna dei nonni
materni dove apprenderà l'unica arte in cui si senta realmente
capace: la sana, ingrassevole, cucina toscana.
Ilaria frequenta le elementari in un piccolo paesino di campagna.
Allieva tutt'altro che modello, si rivelerà presto assolutamente
refrattaria all'ordine ed alla disciplina: il suo ideale di vita
è legato al senso di libertà, di grandi spazi, di
vita a contatto con la natura: in una parola, le galline sono
il suo modello di vita. Da qui -chiara- l'idea del "cosa
farò da grande": voglio fare la modella.
A undici anni Ilaria è alta una spanna e mezzo più
delle sue compagne, una sorta di italica Pippi calzelunghe, problema
per i rapporti con le amiche d'infanzia (che la snobbano decisamente)
ma aiuto nel poter accedere ai corsi di portamento e fotografia
riservati alle fanciulle piuttosto più grandi.
A dodici anni Ilaria è sulle passerelle, coniugando il
lavoro con lo studio e con l'impegno sociale: si dedica nel tempo
libero ad aiutare chi è meno fortunato, accompagnando ragazzi
disabili e persone con problemi motori (per la serie "alla
sfortuna non c'è limite" adesso vi sistema Ilaria).
Un periodo di pausa di un anno tra i diciannove ed i venti a causa
di "incomprensioni" con il compagno di vita e la conseguente
perdita di lavorucci assolutamente trascurabili del calibro di
un contratto triennale con Chanel e poi via verso nuove e meravigliose
avventure.
La collaborazione con Citroën segna nella seconda metà
del 2000 la ripresa dell'attività lavorativa ed il trasferimento
part-time a Milano, altre importanti occasioni di lavoro con Gerardine,
Uno-A-Erre ed altri marchi di discreto prestigio e di indiscussa
incoscienza affidano poi ad Ilaria le proprie campagne stampa.
Da occasionale diventa poi stabile la collaborazione con la casa
editrice Astorina (Diabolik) che, non senza una robusta miopia,
vede in Ilaria la sosia di Eva Kant: due Diabolik Fest e varie
occasioni mondane tipo il 40° anniversario di Diabolik lo
scorso ottobre a Milano vedono quindi la Paci protagonista di
interviste dense di gaffe impressionanti tipo "per fare Eva
Kant devi avercelo dentro tutto" e altre meraviglie sul tipo
dell'epica "signora Longari".
La refrattarietà di Ilaria alla vita mondana è costellata
di episodi notevoli: dal "ma vai a quel paese" in diretta
su fashion Tv a Valentino che la premiava per il calendario Citroën
2001 all'ultimo Diabolik Fest dove, durante un intervista alla
Rai del Friuli, vedendo al braccio di Ilaria la banda di Emergency
della campagna "uno straccio di Pace" il giornalista
chiede all'emula di Eva Kant "sei ferita?" e la Paci
risponde "io no, ma un sacco d'altra gente nel mondo si,
anche parecchio" con conseguente taglio dell'intervista e
consiglio "ragazzina, vedi di cambiare un po' le tue idee
politiche, se vuoi far strada in questo mondo".
Ma che avrà voluto dire?
---- Ilaria Paci ---- |